Quest’anno le vacanze sono state itineranti, diciamo che dopo un breve periodo in Sardegna dalla mia famiglia, ci siamo avventurati su per la Corsica partendo dall’isola de La Maddalena. E’ stata una bellissima scoperta: anche se così vicina alla Sardegna, non avevo mai visitato la Corsica e ogni anno avevo questo desiderio. Tanti amici mi parlavano della sua bellezza, delle coste frastagliate nel sud e del fatto che è proprio un’isola selvaggia, dove il contrasto tra il mare dall’acqua cristallina e i monti si percepisce ancora di più perché più piccola della Sardegna. Il nostro viaggio è iniziato proprio a Palau dove una mattina di agosto ci siamo imbarcati per la più grande delle isole dell’arcipelago. Ero stata quando avevo 15 anni con la mia classe del liceo a visitare la casa e la tomba di Garibaldi che visse e morì a Caprera e poi eravamo tornati con mia figlia Chiara, quando aveva solo 1 anno!
Difficile descrivervi le forti emozioni e sensazioni che ho provato, che provo sempre di fronte al mare. E questo mare è un mare che parla, attraverso le sfumature di colori e le rocce che affiorano dall’acqua, le calette incontaminate che si affacciano sulle Bocche di Bonifacio e i colori delle case del piccolo paese che ti accoglie appena sbarchi. Abbiamo subito deciso di visitare l’arcipelago con la barca, questo ti consente di visitare le isole da vicino, infatti solo Caprera e La Maddalena sono collegata da una strada che consente di andare e venire in autonomia con la propria macchina. Dovete sapere che La Maddalena è parco naturale del 1994 e le bellezze delle isole come Spargi, Budelli, Santa Maria, confermano che è davvero un ecosistema da tutelare e preservare. Pensate che ormai non è più possibile avvicinarsi a Budelli e alla sua famosa Spiaggia Rosa proprio perchè l’ecosistema è a rischio, qui vive una sola persona da circa 30 anni che ha avuto il permesso dal Parco. Il giorno dopo (troppo presto, lo so..) abbiamo lasciato l’isola dopo aver visitato la casa di Garibaldi, la sua tomba e le sue tenute e aver ascoltato la sua storia da una guida locale. Pensate che ancora oggi un suo pronipote ha il permesso di andare in vacanza visto che ormai è tutto di proprietà del demanio. Da vedere assolutamente la spiaggia del Relitto, chiamata prima Cala Andreana. Nel 1955 si sviluppò un incendio su una nave diretta da Savona a Cagliari che trasportava carbonfossile e che venne accompagnata a arenarsi in quella spiaggia mentre l’equipaggio portato in salvo. Nella spiaggia si trova ciò che resta del relitto e, ormai, fa parte del paesaggio.
La sera ci siamo imbarcati verso Bonifacio da Santa Teresa di Gallura. Il viaggio non è lungo, in un’ora si arriva e passa velocemente. Ma è stato un viaggio nel viaggio: abbiamo lasciato una costa bassa e sabbiosa e ci siamo avvicinati a una alta e rocciosa. L’arrivo a Bonifacio è pura poesia: vedere questa città arroccata e l’insenatura che si apre agli occhi del viaggiatore è vera magia. Il centro poi è un susseguirsi di locali di ogni tipo e locali che vendono prelibatezze tipiche dell’isola come il miele o le confetture tra cui quella di corbezzolo!
Abbiamo lasciato Bonifacio alla volta di Portovecchio che tutti ci hanno consigliato di visitare, facendo tappa in una piccola spiaggia scoperta per caso: Plage de Fautéa.
Poi ci siamo diretti verso l’interno a Corte e nella Vallee della Restonica, in mezzo a monti a riposarci un po’ dalle fatiche che il mare lascia anche se io non so farne a meno…Cosa mi ha colpito di più? il ruscello e la luce che filtrava a colazione, l’acqua trasparente e ghiacciata e l’ospitalità dei gestori del nostro albergo che ci hanno servito una colazione superlativa!
Ultima tappa Bastia, il dito, la cima della Corsica. Città carina con un centro storico pedonale e una pista ciclabile che arriva alla spiaggia dove si ritrovano i cittadini: abbiamo fatto una corsetta, una passeggiata sulla spiaggia e una cena in riva al mare e in quei momenti chiedo a me stessa “cosa chiedi di più di ciò che hai alla vita?” e la risposta è sempre NIENTE, ho tutto ciò che desidero!
La vacanza volge al termine..ci imbarchiamo per Livorno ricchi di immagini, di odori e emozioni e con la promessa che il prossimo anno andremo nella costa occidentale, per scendere verso Ajaccio e salutare nuovamente Bonifacio che ci è rimasta nel cuore!
Vi lascio la ricetta della confettura di fragole, la mia preferita.
Al supermercato si fatica a trovarne una con un alta concentrazione di frutta…in genere per 50 gr di frutta mettono 100 gr di zucchero (anche se ho trovato una marca biologica che su 100 gr di zucchero mette 115 gr di frutta). Se la fate voi, e non è per niente difficile, potete decidere quanta frutta e quanto zucchero mettere e fare le proporzioni!
CONFETTURA DI FRAGOLE
Ingredienti:
300 gr di fragole biologiche, lavate e tagliate a piccoli pezzi
300 gr di zucchero (potete usare quello di canna, anzi, vi consiglio di provarlo)
Procedimento:
Io ho usato il Kenwood cooking chef, ma potete tranquillamente farla sui fornelli stando attente alle temperature e avendo cura di sterilizzare bene i vasetti!
Per prima cosa lavata bene le fragole e tagliatele a pezzi non troppo grossi. Fate cuocere a circa 90° C per circa 15 minuti.
Aggiungete lo zucchero e continuate a mescolare fino a quando non sarà ben assorbito. Portate le temperatura a 120° C e fate andare per 10 minuti. Ora abbassate a 105°C e cuocete per 45 minuti mescolando delicatamente di tanto in tanto.
La cosa importante è controllare il punto di solidificazione: trascorso il tempo prelevate un po’ di marmellata e lasciate raffreddare per 1 minuto circa. Dopo di ché verificate se raggrinzisce quando provate a spingerla.